Metalmeccanica, Germania e USA i primi partners del FVG, preoccupazione per i dazi
La Camera di commercio di Pordenone-Udine conclude domani la partecipazione ad Hannover Messe in un clima di incertezza. «Colpisce la totale assenza del tema sostenibilità, percepito un senso di declino».
I nuovi dazi introdotti dall'amministrazione americana rappresentano una seria minaccia per l'export europeo, notizia che allarma anche il Friuli Venezia Giulia dove una parte significativa della subfornitura è legata proprio al comparto automobilistico.
La preoccupazione emerge proprio mentre si conclude la partecipazione della Camera di commercio di Pordenone-Udine, con il Centro Regionale della Subfornitura del FVG - che fa capo alla società consortile camerale TEF - alla Hannover Messe, la fiera di settore più importante al mondo. Quest'anno l'evento ha posto particolare attenzione su digitalizzazione, automazione, intelligenza artificiale e sostenibilità, rappresentando un'occasione cruciale, vista l'attuale contingenza internazionale, per comprendere le direttrici strategiche della manifattura del futuro.
I dati dell'ufficio Studi Statistica della Camera di commercio di Pordenone-Udine confermano quanto sia strategico il mercato tedesco per le imprese locali. Lo scorso anno, la Germania si è confermata il principale partner commerciale delle imprese dell'Udinese e del Pordenonese per i prodotti della metalmeccanica, un settore in cui la subfornitura rappresenta un segmento importantissimo. L'export verso la Germania costituisce il 14,5% dell'export totale (seguono Stati Uniti con il 9,5% e Francia con il 6,1%), pari a 830 milioni di euro di fatturato. Questa quota, tuttavia, è diminuita di 170 milioni rispetto all'anno precedente (-17%), con Udine a -125,5 milioni (-18,2%) e Pordenone -14,3% (-44,5 milioni), a testimonianza della crisi del sistema tedesco.
In linea con quanto pianificato per il 2024, sia le aziende del comparto sotto l'egida del Centro, sia la delegazione composta da Confindustria Udine, Confindustria Alto Adriatico, DITEDI - Distretto Industriale delle Tecnologie Digitali, LEF, Università di Trieste, Comet e Bean Tech, eccellenza nel campo dell'imprenditoria informatica, hanno presentato a imprenditori e investitori tecnologie in grado di supportare la trasformazione industriale.
Va sottolineato che il rapporto tra la Camera di commercio di Pordenone-Udine e la Hannover Messe ha raggiunto lo scorso anno il traguardo del trentennale di presenza, un'importanza testimoniata anche dalla visita di Valentino Valentini, viceministro Imprese e Made in Italy, Fabrizio Bucci, ambasciatore d'Italia in Germania e David Michelut, console generale d'Italia ad Hannover.
Michele Norio, titolare dell'omonima azienda di Maniago specializzata in lavorazioni meccaniche, conferma il timore generalizzato per i dazi introdotti dall'amministrazione americana che, precisa, non riguarderanno, almeno per ora, direttamente la sua nicchia di mercato.
«Non escludo possano ripercuotersi anche sulla mia filiera - sottolinea - ma è ancora presto per dirlo. Ho piuttosto raccolto testimonianze molto preoccupate di amici che operano nella minuteria automotive, truck e macchine agricole».
Quanto alla possibilità di riconversione al settore militare, Norio concorda con questo percorso spiegando che sarebbe utile, se non necessaria, un'iniziativa di avvicinamento o di supporto, approfittando anche del fatto che in Friuli Venezia Giulia hanno sede o stabilimenti di produzione e ricerca multinazionali italiane impegnate anche in questo segmento. Per Norio potrebbe essere auspicabile la creazione di un organismo capace di fare da tramite tra la domanda del settore militare e l'offerta delle aziende locali.
Più generale la riflessione di Marco Olivotto, Direttore generale di LEF (partecipata da Camera di commercio di Pordenone-Udine), secondo il quale «ad Hannover Messe colpisce l'assenza del tema sostenibilità e si percepisce il declino dell'industria europea. Almeno il 30% delle proposte proviene ormai dall'Asia, con soluzioni spesso migliori delle nostre. I temi restano industria 4.0 e digitalizzazione, ma senza innovazioni significative rispetto agli anni passati. Non si vedono esoscheletri o umanoidi nelle fabbriche, manca una visione del futuro industriale. C'è digitalizzazione ovunque, ma la domanda è: dove stiamo andando? In questo contesto, l'investimento della LEF nell'azienda modello digitale, pensata alla fine dello scorso decennio e inaugurata nel 2020, si conferma un'eccellenza che esprime in modo rilevante tutti i concetti presenti in fiera».